sabato 23 agosto 2014

Richard Dawkins: "Partorire un bimbo down è immorale". Ed esplode la polemica A una donna che definiva "un dilemma" il fatto di portare in grembo un bambino affetto dalla sindrome, Dawkins ha risposto: "Abortisci e ritenta. Sarebbe immorale metterlo al mondo, visto che hai la possibilità di evitarlo"

Quadro clinico e aspettative di vita nella sindrome di Down


Dal punto di vista fenotipico, la sindrome di Down è caratterizzata da una serie di anomalie che si osservano in tutto l’organismo e riguardano una varietà di organi e tessuti compreso il sistema nervoso. Il quadro clinico della DS consente la diagnosi fin dai primi giorni di vita. 
La diagnosi viene formulata in base all’esame del cariotipo, che permette di definire il particolare assetto cromosomico (tipologia di trisomia). 
Il peso alla nascita è basso ed è presente ipotonia muscolare, frequenti sono le cardiopatie congenite. Il capo ha dimensioni ridotte con brachicefalia (appiattimento occipitale), il viso è piatto e slargato; gli occhi presentano piaghe epicantali; l’impianto dei padiglioni auricolari è basso; la radice del naso appiattita, la piccola è piccola, semiaperta, la lingua più grossa del normale tende a protrudere da essa; il collo è tozzo, il tronco di forma e volume normali; l’addome è globoso, le dite corte e le mani tozze. Durante l’infanzia c’è una maggiore predisposizione allo sviluppo di leucemie (da 10 a 18 volte più elevata rispetto ad individui normali). Il Ritardo Mentale è costante ma di entità variabile: si passa da IQ inferiori a 25 fino a 70, anche se un soggetto opportunamente stimolato può arrivare a 80.
L’aspettativa di vita di un soggetto Down, dai soli 9 anni nel 1929, è aumentata negli ultimi 50 anni grazie alla migliorata assistenza medica e sociale. Oggi l’aspettativa di vita è di soli 10-20 inferiore alla media, con una differenza maggiore per le donne. Le principali cause di decesso riguardano malattie respiratorie (40%), malattie cardiache congenite (30-35%).


Ma chi me lo fa fare di affrontare un tema del genere?  Credo sia stata la domanda di quella mamma in attesa che definisce "un dilemma" il fatto di portare in grembo un bambino affetto dalla sindrome di Down"
Un dilemma più che legittimo al quale può e deve rispondere solo una donna che si trovi in una situazione del genere, un aut aut in cui nessuno può e deve mettere il naso, a cominciare dal coniuge e dai parenti, dalla chiesa alle istituzioni. Nessuno può e deve influenzare una decisione del genere e nessuno potraà criticarla, una volta che LEI l'avrà presa. Sarebbe come compiere una violenza tra due esseri che stanno ragionando tra loro, che si spiegano e che, grazie a quel cordone che li lega,  mai potrebbero essere  in disaccordo
Io voglio pensare che, se avessi avuto un'esperienza del genere, avrei tenuto la mia creatura  con tutti i suoi difetti e le sue anomalie messe in evidenza. Non c'è come vivere e prendersi cura di un piccolo essere per imparare ad amarlo. Ma non posso esserne sicura al 100%, perchè tutto sarebbe dipeso da quel dialogo.





















































di Paola Alessandra Consoli






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8 commenti:

  1. Scegliere spesso comporta un carico fatto di contraddizioni in cui la gioia può essere offuscata dal pianto. Abortire poi è sempre dolore anche quando si è costretti a compierlo nel filo di quel "dialogo" come nel caso specifico. Credo comunque non sia giusto che altrui volontà influenzino il "tempo decisionale" di quella donna. Nè per il si,nè per il no. Mirka

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  2. Cristiana, che splendido post!
    Mi piacciono tutti i bimbi e non mi interessa se sono rossi o sono bianchi, se sono grassi o magri, se hanno questa o quella malattia, per me sono tutti bellissimi.
    Le decisioni che possono prendere i genitori, non dovrebbero mai essere influenzati. Ciò che faranno è esclusiva loro decisione, anche se io opterei per la vita, sempre e comunque.
    Ti abbraccio carissima.

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  3. Brava cara Cristiana, il tuo post, tratta un argomento molto importante...
    Credo che chiunque abbia provato ad avere contatto con quei ragazzi e ragazze, rimarrà sorpreso dal modo che affrontano la vita, sanno sorridere a tutti e non conoscono nessuna cattiveria, sanno solo amare profondamente.
    Ciao e buon fine settimana cara amica.
    Tomaso

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  4. Condivido mia cara amica che solo la madre che porta per lunghi nove mesi un bimbo in seno debba essere la depositaria di una tale difficilissima decisione...
    Chissà cosa farei io..molto probabilmente non avrei il coraggio di abortire...ma come posso saperlo con certezza?
    Ti stringo forte forte!

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  5. Credo l'affermazione sia un tantino offensiva per TUTTI i genitori di questi bimbi, per tutti i bimbi down e oltremodo offensivo per TUTTE quelle mamme che sono ben contente di avere per figlio una persona "SPECIALE"
    Buona domenica
    Paolo

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  6. E' vero che queste sono decisioni personalissime ma ci sono affermazioni che andrebbero saggiamente evitate. Anch'io considero offensiva una tale dichiarazione.
    Una frase che ferisce i genitori di questi ragazzi,
    Mio figlio ha lavorato in passato con questi ragazzi ed ha un ricordo meraviglioso che gli ha aperto un mondo; e tutti i genitori incontrati sono persone che pur attraversando difficoltà sono ricche emotivamente e persone diventate speciali e fantastiche.
    Potrebbero aprirsi fiumi di discussioni su questo argomento ma perchè infierire con parole così offensive?
    Un caro saluto

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  7. A me pare che su temi che attengono escusivamente le coscienze personali ci sia una massa di gente che ipotizza per sé verità assolute!

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  8. Decidere se mettere al mondo un figlio, che sia malato o meno, è una scelta personale che spetta solo ai genitori e nessuno può permettersi di giudicare se è giusto o sbagliato.
    Ciao Cri un abbraccio!

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