lunedì 27 maggio 2013

Si fa presto a dire Don Puglisi



Il Papa: "Mafiosi convertitevi
contro di voi don Puglisi ha vinto"


I mafiosi sono già convertiti, a modo loro, ma lo sono; ferventi cristiani che, al pari di altri bestemmiatori dicono " Dio è con noi".
Qui sotto uno stralcio interessantissimo di come sono stati e come sono i rapporti fra mafie e Chiesa  (consigliato)



http://www.kainos-portale.com/index.php/12-malavita/86-ricerche12/271-chiesa-e-mafie
Se si chiedesse a un campione di cittadini italiani se essere mafioso o camorrista o ‘ndranghetista sia compatibile con l’essere cristiano, se cioè la mafia la camorra la ‘ndrangheta siano conciliabili con la Chiesa, ciascuno degli intervistati risponderebbe con un no risoluto, meravigliandosi anche della domanda. Ma allo stesso modo, se si formulasse la medesima domanda a dei mafiosi camorristi e ‘ndranghetisti, anch’essi resterebbero meravigliati: per loro è ovvio rispondere di sì, che cioè non c’è nessuna contraddizione tra credere in Dio, nella Chiesa e al tempo stesso aderire ad una di queste organizzazioni criminali. Tanto è vero che non si conoscono mafiosi atei (escluso Matteo Messina Denaro)
Essi si sentono naturalmente religiosi, credenti, devoti, anzi pensano di avere un rapporto del tutto particolare e speciale con Dio. Non li sfiora neanche lontanamente la percezione di assoluta incompatibilità tra l’essere dei feroci assassini e dei ferventi cattolici.
La Chiesa italiana non ha mai prodotto un documento ufficiale, una presa di posizione contro le mafie fino agli anni ’70 del Novecento, cioè più di un secolo e mezzo dopo l’affermazione e il consolidamento di alcune delle organizzazioni delinquenziali più violente al mondo.
Insomma, le domande sono tante e le potremmo racchiudere in una complessiva: oltre a un lunghissimo ed evidentissimo silenzio, non c’è stata anche una certa assonanza tra la cultura mafiosa e la cultura che la Chiesa ha diffuso soprattutto nell’Italia meridionale?
 Perché si sono permessi i sacramenti a dei pii assassini, si sono svolti per loro solenni funerali, sono stati accettati come padrini di battesimo e cresima, sono stati scelti per presiedere i festeggiamenti dei santi patroni e portare le loro statue sulle spalle? È normale tutto ciò?
Per un criminale il problema principale è il controllo dei sensi di colpa. Ammazzare non è una cosa così semplice, non è una ‘normale’ attività umana. Il senso di colpa per le azioni delittuose può mettere in crisi anche il più spietato degli assassini. Se si riesce a dominarlo, si è poi in grado di poter continuare a delinquere e a ottenere consenso, ricchezza e potere.      ----Quando è stato catturato Provenzano, il suo rifugio era pieno di immagini e statuette sacre, e portava al collo alcune crocette, di cui una di legno. C’erano 91 santini (di cui 73 di Cristo), una Bibbia e un libro di preghiere con l’effige della Madonna e la scritta «pregate, pregate, pregate», una Sacra famiglia dentro una campana e un rosario nel bagno. C’erano inoltre, alle pareti, solo quadri religiosi (Ultima cena, la Madonna delle lacrime di Siracusa, una Maria regina dei cuori e delle famiglie, e un calendario con l’effige di Padre Pio)--------
Ma se degli assassini non provano neanche rimorso per quello che commettono, e di norma si fanno il segno della croce prima di ammazzare, vuol dire che la credenza religiosa si è trasformata in auto-assolvimento.
In secondo luogo, i mafiosi non vogliono essere avvertiti come delinquenti dalla società che li circonda, dalla comunità in cui operano. Come si fa a percepirli come delinquenti se la loro presenza è accettata in Chiesa, se ad essi sono riservate le cerimonie più fastose, se li si sceglie come organizzatori delle feste religiose, se si consente loro di portare sulle spalle i santi in processione, se sono tra i principali benefattori delle attività caritative?
L’ossessione della Chiesa per i peccati legati alla sfera sessuale l’ha privata nel Sud del ruolo di guida nella lotta alle più agguerrite organizzazioni criminali che il nostro Paese ha prodotto nella storia. La scomunica è stata usata solo per i suoi avversari ideologici (massoni, socialisti, comunisti) e per coloro che non rispettano le sue prescrizioni in materia sessuale e matrimoniale. Un divorziato non può accedere ai sacramenti, ma un Provenzano, un Riina, un Cutolo o un Piromalli sì. Anzi, ad alcuni capimafia i sacramenti sono stati portati nel loro rifugi di ricercati.   





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14 commenti:

  1. Il Cecco mangia i baci col mottetto, Perugina

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  2. La fede religiosa (pseudo-cattocristiana) dei mafiosi è una forma ibrida del concetto di fede in Dio, cammina in parallelo e in autonomia rispetto al Credo dei cattolici. Sui santini si fanno (si facevano) i riti dell'iniziazione a Cosa nostra. Per loro, come si fa notare nel post, non c'è nessuna contraddizione. Anche perché un conto è credere in Dio, attraverso i postulati della Chiesa, è un conto è credere in Mammasantissima, attraverso la fede-ltà al Capo supremo della Cupola. Sembra incredibile, ma non c'è contraddizione.
    Per chi non è mafioso e non è siciliano, si fatica molto a capire.
    Rispetto a questo chiacchierone di papa Francesco, il defunto Woytila è stato più violento nel lanciare quel famoso anatema ad Agrigento: "Pentitevi. Verrà un giorno in cui Dio vi chiederà conto dei peccati!".
    Hai visto mai che si fossero mai pentiti.
    È solo demagogia cattolica questa, e nulla è cambiato non solo da allora, ma da sempre, enon basta un beato Puglisi a cambiare le carte in tavola. Caso mai quella di Puglisis è stata una spettacolarizzazione della lotta contro le coscienze mafiose.
    Dirò una banalità: la lotta alla mafia cammina di pari passo con il rafforzamento della cultura popolare di base scolastica e della priorità del lavoro giovanile. Come diceva Falcone: tutto ha un inizio e una fine. Senza queste risposte concrete sono solo chiacchiere.

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  3. Ciao Cristiana, non ho letto tutto ma ritornerò.
    Io avrei risposto che mafia e chiesa sono compatibili perché i mafiosi dicono di avere fede e la chiesa perdona ogni schifezza che i fedeli compiono! Non comprendo questa condotta da ambo le parti.

    Un abbraccio

    Nou

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  4. Se la Chiesa avesse veramente a cuore le parole di Cristo, sarebbero incompatibili; ma siccome la Chiesa ha a cuore il controllo del territorio, credo che nelle mafie abbia trovato un buon collaboratore.
    Figurati se li scomunica.

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  5. che bello leggere il tuo commento da me. Spero davvero tanto di rivederti. Questo tuo post è nostalgico, mi piace!

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    1. Non parlare a vanvera, di cosa avrei nostalgia? Leggi i post!
      Cri

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  6. Riflettevo oggi con un'amica che è facile riempirsi la bocca con Don Puglisi.Ma allora, quando c'era da combattere la mafia, era da solo, senza l'aiuto dello stato e men che meno del Vaticano.

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  7. come si é detto la mafia si combatte dentro le urne e se la chiesa vuole può anche questo

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