mercoledì 9 aprile 2014

Le sfaccettature dell'intelligenza

Il quoziente d'intelligenza? Un mito da sfatare


Parola di Adrian Owen del canadese Western's Brain and Mind Institute, che in uno studio pubblicato sulla rivista Neuron(dall'assai suggestivo titolo "Fractionating human intelligence") ha "fatto a pezzi" il mito del QI attraverso la più ampia indagine mai svolta sull'argomento.«Nessuna componente da sola, tantomeno l'IQ, può spiegare tutte le capacità e l'"intelligenza" di un soggetto.  

Apprendo  con piacere che il mitico QI basato su test prevalentemente matematici, per cui persone colte ed intelligenti risultavano praticamente deficienti,non conta più una cicca.


Mia nipote Martina frequenta una scuola superiore che la prepara, tra l'altro, a proseguire negli studi di psicologia.
Studiando con lei, ho appreso di teorie molto interessanti che riguardano l'intelligenza e la psiche umana, ,come quelle di 
due moderni psicologi, insegnanti ad Harward, Gardner e Goleman, i quali sostengono che l'intelletto umano non è una singola capacità del cervello, bensì un "elemento composto" da vari fattori.

Gardner   http://www.apprendimentocooperativo.it/?ida=10642
Il punto di partenza della concezione di Gardner è la convinzione che la teoria classica dell'intelligenza, basata sul presupposto che esista un fattore unitario, misurabile tramite il QI, sia errata.
Dopo aver effettuato indagini sull'intelligenza dei bambini e su adulti colpiti da ictus, egli giunse alla conclusione che gli esseri umani non sono dotati di un determinato grado di intelligenza generale, che si esprime in certe forme piuttosto che in altre, quanto piuttosto che esiste un numero variabile di facoltà relativamente indipendente tra loro, Gardner arriva a identificare almeno sette differenti tipologie di intelligenza: Ogni persona è dotata di almeno sette intelligenze ovvero, è intelligente in almeno sette modi diversi. Ciò significa che alcuni di noi possiedono livelli molto alti in tutte o quasi tutte le intelligenze, mentre altri hanno sviluppato in modo più evidente solo alcune di esse.




Goleman
L'opera più conosciuta di Goleman è "Intelligenza emotiva" (Emotional Intelligence) del 1995. In questo libro l'autore afferma, “ È la capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli altrui, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente quanto nelle relazioni sociali”.

Intelligenza emotiva



Da questa definizione si può capire come l’intelligenza emotiva sia un mix di empatia, motivazione, autocontrollo, logica, capacità di adattamento e di gestione delle proprie emozioni, così da trovare e riuscire ad utilizzare i lati positivi di ogni situazione cui si va incontro. Goleman alla base dell’intelligenza emotiva individua due tipi di competenze e a ciascuna di queste attribuisce delle caratteristiche specifiche:
Competenza Personale: ossia il modo in cui controlliamo noi stessi; racchiude al suo interno: Competenza Sociale: ossia la modalità con cui gestiamo le relazioni con l’Altro; a questa fanno rifermento:.

Ma allora, come si spiega la grettezza dell'agire umano, lo sfidarsi e il minacciarsi continuo, l'esosità delle multinazionali, farmaceutiche ad esempio, la prepotenza verso i più deboli, le sordide azioni dei maniaci sessuali, lo sfruttamento di esseri umani?
Ma allora  l’intelligenza emotiva cioè quel mix di empatia, motivazione, autocontrollo, logica, capacità di adattamento e di gestione delle proprie emozioni, è sopraffatto dall'esatto contrario, cioè  incapacità di identificarsi con altri, di autocontrollo, di adattamento, di comprensione.

I due professori affermano che  queste sfere dell'intelligenza andrebbero insegnate a scuola, fin dalle elementari 
Il rimedio è nel modo in cui prepariamo i bambini alla vita: non dobbiamo lasciare l’educazione emozionale al caso, ma adottare corsi innovativi a scuola, che insegnino l’autocontrollo, l’autoconsapevolezza, l’empatia, l’ascolto e la cooperazione. E’ necessaria quindi una vera e propria “alfabetizzazione emozionale” che porti i bambini a vivere con 
intelligenza le proprie emozioni (Goleman, 1996)

Come sempre, le speranze vanno riposte nella scuola e nelle persone   preparate  a svolgere questo compito.
Ho sempre pensato che un insegnante dovrebbe avere una buona base psicologica. Seguendo prima la figlia e poi le nipoti, mi sono resa conto che i 'maestri', degni di questo nome, sono come mosche bianche . Ho fatto una media e, su 6-8  insegnanti che si alternano  nelle classi di Martina e Carolina, solo 1 /  2 sono degni di rispetto , per cui un progetto  come quello di Goleman è pura utopia, per ora.





















































































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30 commenti:

  1. Ho sempre pensato che l'intelligenza si un Mix di molti fattori dipendenti da una miriade di situazione. Un volta ero bravissimo nei test matematici, facevo paura. Ora non ne azzecco uno... credo però che il miglior uso dell'intelligenza sia quello di fare star bene gli altri

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  2. Cara Cristiana ci sono molti intelligenti che studiano troppo e alla fine perdono la sua infallibile intelligenza!!! ci sono molti ,ignoranti che sono intelligenti che non capiscono perché uno studia tanto per non saper fare nulla!!!
    Scusa questo gioco di parole ma credo che tu sia tanto intelligente di aver capito tutto!
    Ciao e scusa di questo complicato commento.
    Tomaso

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    1. Hai ragione Tomaso, una laurea non sempre significa intelligenza, soprattutto quella emotiva.
      Cri

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  3. Ci sono molti studi sul cervello umano e adesso spetta all'umanità se evolversi oppure andare verso una fase involutiva.
    Saluti a presto.

    PS

    Segnalato il tuo post nel mio blog.

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  4. «Nessuna componente da sola, tantomeno l'IQ, può spiegare tutte le capacità e l'"intelligenza" di un soggetto.
    Io sono d'accordo!
    Ciao.

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  5. Tu ti rammenti certo di Oltre il Giardino, Being There, Hal Ashby, Peter Sellers, Shirley MacLaine
    Qual grande scherzo m'è il mio essere idiota

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    1. Non ho visto questo film, non amavo molto Peter Sellers e il suo spirito.
      Mi perdoni?
      Cercherò di vedere "Oltre il giardino " perchè mi attrae molto la trama che ho letto.
      Cri

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  6. Io ho l'intelligenza cazzara. Un QI altissimo^^

    Moz-

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  7. Mentre mi specializzavo usavo dei libri di genetica di popolazione americani. Già allora (anni'80) si faceva riferimento all'inattendibilità di certi test per misurare attitudini ed intelligenze. In realtà saltava fuori che spesso erano strutturati con scopi assai poco nobili giacché, certi approcci estremamente teorici ed astrusi, erano poco comprensibili ai soggetti che, a causa della propria condizione sociale, avevano al contrario sviluppato forme di ragionamento più pragmatiche, non certo per propri limiti intellettivi (cosa che invece sembrava si volesse far emergere), ma proprio per le condizioni culturali in cui erano maturati. Per altri, come il Q.I., valeva proprio ciò che riporti tu. Ho idea, però, che certe modalità di somministrazione dei test (che probabilmente avrebbero una loro utilità solo in termini di monitoraggio e per ottenere informazioni assolutamente da implementare) si stiano imponendo troppo in fretta anche nella scuola e con scopi puramente valutativi. Ma questo in passato ha portato una sostanziale gerarchizzazione tra gli individui. Goleman ha ragione, ed è semplicemente grande per questo! E il tuo post è davvero “intelligente”.
    Ciao Cri

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    1. " Gerarchizzazione degli individui" mi fa venire i brividi!
      Grazie Giò, molto lieta del tuo complimento.
      Cri

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  8. Ho sempre creduto poco a questi test...

    Buona serata!

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  9. Dotte considerazione che nella mia diversa intelligenza non saprebbe commentare.
    Ciao,fulvio

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  10. Credo che l'intelligenza in generale sia difficile da misurare... voglio sottolineare quello che dici, a prescindere da tutto la speranza è nella scuola che possa coltivare e sviluppare intelligenza...

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    1. Da misurare penso anch'io, però scorgerla nelle persone, non è tanto difficile..
      Cri

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  11. Ciao Cristiana.
    È vero credo che l'intelligenza varia a secondo dell'esperienza vissuta e che non può essere misurata tenendo conto solo dei titoli di studio.
    Soprattutto quella emotiva, penso dipenda da ciò. La scuola e gli insegnanti sono importanti, ma la famiglia lo è altrettanto, forse solo unendo le due cose si può ottenere qualcosa di buono.
    Interessante argomento, a presto.

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    1. Con tutto il rispetto per i laureati, non dimentichiamoci del 'trota' e della Gelmini.
      Cri

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  12. Speranze nella scqkwuola itaGliana? Dove si addestrano i nuovi balilla a cantare e ballare per il Bomba? Puah. Ormai la scqkwuola è caduta nel baratro; quei sistemi innovativi per allenare l'intelligenza emotiva non verranno mai adottati.

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  13. Il concetto di intelligenza com'è stato inteso finora per me non funziona: secondo me si nasce con tantissime potenzialità diverse e per capire quali sono i nostri "talenti" non bisogna spronare alla competizione o all'intelligenza solo scolastica, occorre una formazione che apra la mente e anche il cuore a tutti i tipi di intelligenze.
    La scuola, per le esperienze personali che ho vissuto, non è sempre una buona maestra di vita.
    Un abbraccio, Xavier

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    1. Detesto le competizioni, di qualsiasi tipo.
      Ciao Xavier, contraccambio.
      Cri

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  14. ho letto il libro di goleman, che ha solo confermato ciò che avevo già intuito nel corso della mia lunga carriera di insegnante di disabili.
    è un libro molto, molto interessante.

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  15. Molto interessante ma sul cervello sappiamo ben poco ad esempio la nostra intelligenza si acuisce quando le sinapsi vanno più veloci... emozioni o chimica mah

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  16. Si conosco ed ho letto il libro di Goleman e sono d'accordo con te che l'insegnamento è una disciplina per la quale non tutti i maestri o professori sono all'altezza. Tuttavia non si può sempre demandare alla scuola quello che, in prima istanza, compete alla famiglia. Se si pensa a quei genitori che si presentano a scuola per schiaffeggiare il professore ... allora tutto è chiaro. (Ti preciso che non sono affatto un'insegnante).

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